L'ora di Internet

di Paola Parmendola

Orologi Magazine Feb. 02002

L'idea di costruire un ciclopico orologio, in grado di contare il trascorrere di 10.000 anni, è di Danny Hillis, un brillante scienziato informatico di origini britanniche, inventore della tecnologia "massive parallel" applicata ai 64.000 processori della "Connection Machine".
Con fatica, ha guadagnato la credibilità di altri illustri studiosi e, superato l'iniziale scetticismo, ha ottenuto gli indispensabili finanziamenti: 600.000 dollari generosamente donati da Mitch Kapor (fondatore della Lotus), da Jay Walker (fondatore di Priceline.com) e da Bill Joy (fondatore di Sun Microsystems). Il prototipo già funzionante è alto circa 10 metri, l'inaugurazione tempestiva del 31 dicembre 1999 ha consentito, con l'inizio del nuovo millennio, di ascoltare la prima delle musiche appositamente composte dall'artista Brian Eno, occasione ripetibile solamente tra 998 anni !

Infatti, il particolare meccanismo (un sistema binario-digitale, alimentato dalle variazioni della temperatura ambientale) è regolato in modo da segnare gli anni invece dei secondi, i secoli come i minuti, i millenni al posto delle ore, con una precisione di un giorno su 20.000 anni, sincronizzandosi con la posizione del Sole a mezzogiorno.


Questa misura dilatata del tempo corrisponde esattamente al desiderio di Danny Hillis di comunicare una prospettiva di pensiero ampia, tale da favorire pianificazioni di lunga durata, attuabili solamente se esiste la consapevolezza, da parte di tutti, degli effetti di ogni azione sul futuro del mondo. Rallentare il ritmo è, dunque, il messaggio sociale trasmesso con estrema creatività, apparentemente in contrasto con l'attività di innovatore, risulta sicuramente affine all'ulteriore ruolo di Vice Presidente nel Laboratorio di Ricerca e Sviluppo della Walt Disney. Le caratteristiche fantastiche e bizzarre dell'Orologio sembrerebbero rendere il progetto realizzabile solamente dai personaggi dei fumetti, ma Dannis è riuscito a dissolvere molti ostacoli, il più ostico di tutti: convincere le persone!

Il "Millenium Clock" esiste ed è stato posto in una grotta nelle montagne del Nevada orientale, "un paesaggio senza tempo". Il luogo, scelto con estrema cura per resistere alle intemperie e perfino ai disastri nucleari, raggiungibile con difficoltà, è diventato meta di un vero pellegrinaggio. Se non si riescono a superare gli impedimenti naturali, il desiderio di ammirare l'originale Orologio, seppure in scala ridotta, è ugualmente esaudibile con una visita al Science Museum di Londra, anche virtuale con il collegamento al sito http://www.sciencemuseum.org.uk

Il problema dell'erosione dei materiali, poi, è stato affrontato utilizzando una lega composta da vari elementi (tungsteno carbonico, vetro metallico, zaffiro sintetico ed altri) di contenuto valore perché l'Orologio, proprio come è stato per le Piramidi, possa giungere integro alle prossime generazioni, cui è affidata la manutenzione ordinaria del sofisticato ed unico meccanismo.
Come in passato il BigBen in Inghilterra e la Tour Eiffel in Francia hanno concretizzato obiettivi analoghi a quelli di Danny, così l'idea originaria, ancora inattuata, è di creare una struttura monumentale, trenta volte il prototipo in Nevada. Le fasi del colossale ed ambizioso progetto non sono completamente definite, occorre individuare, ad esempio, il luogo migliore dove innalzare l'opera oppure approfondire la costituzione della meccanica, ma soprattutto raccogliere i fondi necessari. Dal 1996 a San Francisco in California, Dannis Hillis e Stewart Brand presiedono un'autorevole organizzazione no-profit The Long Now Foundation, "to become the seed of a very long term cultural institution".

Consultando il sito http://www.longnow.org, si apprende che il nome della Fondazione è stato coniato dal musicista Brian Eno, quando ha rilevato le differenze concettuali attribuite alla parola "now" dagli Inglesi ("the time we are in") e dagli Americani ("this minute"), e che la X segnata del logo deriva dalla numerazione romana per indicare appunto la cifra 10.000.
L'operosità di alcuni volontari ha reso l'accesso multilingue (italiano, spagnolo, tedesco, francese, portoghese, svedese, ungherese), così da facilitare la comprensione e la diffusione (3.000 visite la settimana, di cui 2/3 provengono dagli USA ed il resto in gran parte dall'Europa). Chiunque lo desideri può contribuire alla gestione con la traduzione dei testi nei rimanenti idiomi, contattando l'organizzazione tramite l'email services@longnow.org.

E' possibile leggere dell'altra ardita idea: la Biblioteca, da costruire grande come quella di Alessandria e da collocare in prossimità dell'Orologio, per coloro che effettuano estese ricerche scientifiche oppure vorrebbero conoscere le decisioni politiche prese nei secoli e raccolte in una specie di "Registro delle Responsabilità".
Poi, un'infinità di informazioni tecniche sull'Orologio, di cui sono disponibili i disegni (oggetto di studio per gli studenti di architettura del New Jersey Institute of Technology) con le valutazioni effettuate prima di ogni scelta e le fotografie dove sono visibili curiosi particolari dell'oggetto.
Decisamente semplice nella grafica e nella struttura, come per compensare la grandiosità dei progetti , il sito è invece ricchissimo di contenuti, da sfogliare a fondo con più di una navigazione, perché la tentazione di perdersi tra i link presenti è davvero elevata.

Interessante il forum di discussione e molto attivo, proseliti discutono e suggeriscono ipotesi operative, come il linguaggio da usare nel manuale delle istruzioni ai posteri, propongono luoghi dove installare l'opera, formano un network affiatato dove emergono tuttavia anche opinioni denigratorie, di coloro che ritengono l'idea "out of the world". Ma sono in minoranza, a dimostrarlo è la lista delle numerose persone che hanno incrementato il patrimonio della Fondazione con munifiche donazioni, provenienti da ogni posizione geografica. Internazionale è pure l'illustre comitato direttivo, formato da: Michael Keller, Kevin Kelly, Paul Saffo, Esther Dyson, Brian Eno, Roger Kennedy, Doug Carlston, Peter Schwartz.

Effettivamente di dimensione planetaria, le adesioni ed i consensi, espressi anche dalla multiforme comunità sorta intorno al sito, candidano le straordinarie iniziative californiane a rappresentare simbolicamente i profondi valori etici e culturali della nostra civiltà. La missione della Fondazione, coadiuvata da un'assidua e propositiva partecipazione, è attenta a non disperdere tali fondamentali principi perché essi possano contribuire con trasparenza al successo del progetto dell'Orologio e della Biblioteca.